Friday, December 30, 2011

Sette lettere aperte
al Ministro
della Pubblica Istruzione
Francesco Profumo

Prima missiva
Franco Frabboni


Quale idea
di scuola?
1. Seduti all’ombra di una quercia pedagogica, auspichiamo - signor Ministro - che le linee programmatiche che traccerà per il Sistema scolastico del nostro Paese siano di “discontinuità” con gli scarabocchi devastanti dal Suo predecessore. La nostra speranza é che marchino un’esplicita indisponibilità a tenere in vita l’idea-di-Scuola (rimpicciolita in chiave aziendalista) di Mariastella Gelmini: un sistema formativo privo di un riconoscibile profilo culturale, curricolare e didattico. Un Ministro della pubblica istruzione la cui visione classista (selettiva) del diritto allo studio, la cui opzione centralistica e autoritaria (non-autonomistica) del sistema scolastico, il cui insistito ritorno al medioevo delle conoscenze (i suoi percorsi cognitivi alludono a una moneta culturale arcaica: fuori-corso e non più spendibile) hanno cancellato ogni possibile valorizzazione del suo mosaico ordinamentale e curricolare. Come dire, la sua Scuola/azienda ha ripetutamente dato segni insistiti di fastidio e di avversione verso le frontiere più avanzate della scienza e della cultura: percepite come incompatibili con l’assunto “naturalistico” dell’apprendimento di cui si é fatta insistentemente paladina.
Le nostre simpatie - e auspichiamo anche le Sue - sono rivolte ad un sistema di istruzione che metta in soffitta la Scuola/azienda. E si inoltri lungo le strade europee di una Formazione lastricata di valori progressisti e democratici quanto a diritto allo studio e a qualità delle conoscenze.
2. La Scuola che vorremmo - al quale diamo il nome di Euro della Scuola - é molto vicina alle raccomandazioni degli ultimi Rapporti dell’Unione in materia di istruzione scolastica. Queste, le loro tesi.
I sistemi formativi del vecchio Continente sono chiamati a predisporre sollecitamente una Carta europea della Scuola - redatta insieme dalle maggioranze di Governo e dalle opposizioni - con l’impegno di renderla duratura nel tempo per le ventisette Nazioni e circoscritta a due finalità formative improcrastinabili: la Scuola e la Conoscenza per tutti. Di più. Gli schieramenti politici del vecchia Europa dovranno impegnarsi a tenere in vita un limbo di finalità formative comuni - metapolitiche: inamovibili da qualsivoglia maggioranza parlamentare - posto al di sopra delle nuvole, al riparo dalle instabilità legislative. Dunque, un angolo-di-cielo dove navigano le stelle che danno luce alla frontiera universale dell’educazione. Vale a dire, la Formazione di persone dall’etica solidaristica (socialmente non/competitiva) e dal pensiero plurale (intellettualmente non/conformista). Una zona-franca che non dovrebbe mai subire le inversioni di rotta proprie delle alternanze di Governo.
A questo Euro della Scuola assegniamo il compito di dare strada a un sistema scolastico sempre più motore e traino dello sviluppo economico, sociale e culturale del mondo contemporaneo.
3. L’ultimo disastroso quadriennio di dittatura “incolta” dell’ex ministro Gelmini - ci riferiamo ai suoi quattro mostri anti/pedagogici: la Meritocrazia (ovvero, la selezione), l’Esclusione (ovvero, le classi speciali e le classi etniche), il Pensiero unico (ovvero, la mente signorsì), la Competitività (ovvero, il mio compagno di banco é un nemico da battere) - ci porta a reclamare una profonda revisione delle nostre politiche scolastiche nel nome (a) di una Scuola pubblica e gratuita, (b) del decentramento e dell’autonomia della Scuola, (c) di una mente plurale e di un’etica solidaristica degli allievi, (d) della nascita, sul versante longitudinale, di bienni/cerniera tra il preobbligo, l’obbligo e il postobbligo e, sul versante trasversale, di un sistema “integrato” tra la Scuola e le offerte formative dell’Ambiente urbano e naturalistico, (e) di strumenti di valutazione attendibili e permanenti in grado di certificare non solo i prodotti, ma anche i processi di conoscenza degli allievi, (f) di un’elevata professionalità degli insegnanti sia in ambito curricolare, sia in ambito didattico.
4. Siamo certi - signor Ministro - della Sua disponibilità a porre sul petto della Scuola italiana quattro medaglie pedagogiche d’oro zecchino intitolate alla formazione di soggetti/Persone.
LA MEDAGLIA DI NOME DEMOCRAZIA. - Simboleggia la nobiltà pedagogica di una Scuola che non abbassa mai la guardia dalla sua identità pubblica e gratuita al fine di assicurare all’intera utenza il diritto di entrata e di uscita da uno dei rami del sistema formativo.
LA MEDAGLIA DI NOME CITTADINANZA. - Simboleggia la nobiltà pedagogica di una Scuola che non abbassa mai la guardia dalla sua vocazione/etico-sociale: costruire una comunità educante luogo di dialogo, ascolto, amicizia, cura, cooperazione, solidarietà.
LA MEDAGLIA DI NOME INTEGRAZIONE. - Simboleggia la nobiltà pedagogica di una Scuola che non abbassa mai la guardia dalla sua vocazione/inclusiva delle diversità (disabili e altre etnie).
LA MEDAGLIA DI NOME SCUOLA PLURALE. - Simboleggia la nobiltà pedagogica di una Scuola che non abbassa mai la guardia dalla vocazione/plurale dei suoi molteplici luoghi curricolari (classe, laboratorio, atelier, ambiente sociale e naturale) e delle sue molteplici figure educative (insegnanti, genitori, enti locali, associazionismo, mondo del lavoro, chiese).